VITTIME DI REATO IN UE – Donne, minori, migranti: parità di accesso ai diritti

Ogni anno milioni di persone nell’Unione europea diventano vittime di reato. Il confinamento della società durante la pandemia di Covid-19 ha fatto registrare un aumento della violenza domestica, degli abusi sessuali su minori, dei reati informatici e dei reati basati sull’odio xenofobo e legati al razzismo. Un’Unione dell’uguaglianza deve garantire l’accesso alla giustizia a tutte le vittime di reato, indipendentemente dal luogo dell’UE e dalle circostanze in cui è stato commesso il crimine. Le vittime devono avere accesso ad assistenza e protezione in ogni momento. Di conseguenza è fondamentale rafforzare il quadro dell’assistenza e della protezione a favore delle vittime e garantire la sua resilienza nelle situazioni di crisi.

La Commissione europea ha pubblicato la “Strategia dell’UE sui diritti delle vittime 2020-2025” in una comunicazione indirizzata al parlamento Eu, al Consiglio, al Comitato economico e al Comitato delle Regioni. Una “strategia” che prevede una serie di azioni chiave da rafforzare, anche con norme ad hoc, in una verifica di metà percorso entro il 2022.

Un esplicito riferimento, nel testo di 27 pagine, è per la parità di accesso ai diritti per le/i migranti irregolari e per i minori non accompagnati che diventati vittime di reato si trovano spesso in una situazione di vulnerabilità e possono incontrare difficoltà ad accedere alla giustizia: l’obiettivo è scollegare la denuncia di reati dalla procedura di rimpatrio.