MSNA: “MAI SOLI”, FNAS nell’esperienza da condividere
“MAI SOLI, Minori al Sicuro” è il nuovo progetto che la Fondazione nazionale degli Assistenti sociali sta avviando grazie al sostegno del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI), promosso dal Ministero dell’Interno per il periodo 2021-2027.
L’ambito di intervento è quello della “promozione dell’accoglienza familiare dei MSNA” che, nelle intenzioni, vuole aggiungere attività ed esperienze al settore della tutela dei minorenni e della presa in cura degli immigrati legali, a ulteriore integrazione di un impegno cominciato con il progetto emergenziale “PUERI”, al fianco dell’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali e dello stesso Ministero dell’Interno, grazie ad un finanziamento della Commissione Europea, e con il progetto “TU.M.I.Ve.DI! – Tutela Minori Immigrati da Violenza e Disagio!”.
L’obiettivo di “MAI SOLI” è quello di sperimentare un modello in grado di invertire una tendenza che evidenzia una difficoltà nell’applicazione dell’affido familiare come pratica di inclusione sociale dei minorenni stranieri non accompagnati ritenendo, di contro, che il coinvolgimento dei nuclei familiari, non soltanto stranieri ma soprattutto italiani, possa semplificare il percorso di inserimento di persone con particolari vulnerabilità nelle comunità locali, riducendo le difficoltà ambientali che rendono più complesse le relazioni e le comunicazioni tra le parti.
Il punto di partenza è dato da una esperienza di successo, sperimentata dal 2015 dai servizi sociali del comune di Macerata che, con “Famiglie a Colori” ha coinvolto in una rete di fiducia numerose famiglie, costruendo insieme a loro progetti di affido a favore dei minorenni stranieri presenti sul territorio.
Nell’arco di 36 mesi la FNAS, aiutata dall’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali (IPRS), dovrà affiancare il gruppo di lavoro di Macerata per trasformare il progetto originale in un modello sostenibile in contesti caratterizzati da differenti pratiche d’inclusione. Per esempio, i comuni di Palermo e Macerata, dove vengono ospitati numerosi minorenni stranieri e sono presenti diversi centri di accoglienza, o come Brugherio, in Brianza, dove si avverte l’esigenza di investire maggiormente nell’inserimento lavorativo dei giovani stranieri.
Il coinvolgimento di un tavolo dedicato alla comunità professionale delle e degli assistenti sociali, partendo dai CROAS delle regioni investite dalla sperimentazione, ha il compito di mantenere un alto livello di confronto tra operatori dei servizi sociali, equipe multidisciplinari e i gruppi di lavoro costituiti dal progetto, in modo da facilitare la diffusione del modello negli ATS.
I numeri: il progetto si rivolge a oltre 350 operatori coinvolti nelle attività di formazione; 700 persone sono inserite nelle attività di sensibilizzazione; 68 cittadini di Paesi Terzi ricevono un sostegno diretto; 50 persone disponibili all’affido vengono accompagnate nel loro percorso; sono in programma 26 eventi di animazione territoriale.
Anche se la formazione assume un ruolo importante nel rafforzamento delle competenze degli operatori, “MAI SOLI” si presenta come un laboratorio di costruzione, che investe nel recupero di esperienze di successo. Attraverso l’organizzazione di pratiche di animazione territoriale si vuol realizzare un modello in grado di arricchire il kit strumentale in dotazione ai servizi soc iali professionali in un ambito, come quello della tutela dei minori vulnerabili, nel quale il ruolo delle reti familiari assume ancora una forte rilevanza strategica.