Quei giorni del primo lockdown: le nostre vite, il nostro libro

Centoventi pagine e 37 racconti di prima mano scritti da altrettanti assistenti sociali che, dalla Lombardia alla Sicilia, hanno affrontato il primo lockdown non restando chiusi in casa, ma continuando a fare il loro lavoro, a volte in modo nuovo, ma sempre di fronte alle emergenze aggravate dalla pandemia.

“Le Storie…nei giorni del Covid-19. Marzo-Giugno 2020, voci di assistenti sociali” è il titolo della raccolta – scaricabile gratuitamente qui che fotografa le difficoltà e le risorse, soprattutto umane, di una professione che è stata ed è in prima linea.

“Noi assistenti sociali conosciamo e pratichiamo molti tipi di scrittura, professionale, scientifica …. – dice Silvana Mordeglia, presidente della Fondazione Nazionale Assistenti Sociali – Soltanto in tempi più recenti, almeno rendendola pubblica, abbiamo iniziato ad abitare una scrittura differente. Scrivere per raggiungere noi stessi e per raggiungere gli altri. Scrivere perché raccontare storie ci unisce e ci dà piacere. Scrivere non solo per vivere il presente, ma anche per migliorare il nostro futuro. Scrivere per costruire ponti, per costruire speranza. Questo ci dà energia anche per per fare sempre meglio nella nostra sfidante professione. Grazie ai colleghi e al Consiglio nazionale per questo bel regalo”.

Il libro raccoglie alcune testimonianze già pubblicate nella rubrica inaugurata a inizio 2020 sulla pagina Fb e sul sito del Cnoas (www.cnoas.org) e altre inedite, scelte tra i numerosissimi racconti inviati. Negli ospedali diventati fortezze, lì dove soltanto la speranza di un buono spesa dava sollievo a una famiglia indigente, o mentre un bimbo appena nato aveva bisogno di una famiglia e uomini e donne fragili perdevano l’unico punto di riferimento… c’erano gli assistenti sociali. Un libro senza filtri che racconta un pezzo di questa Italia che ha vissuto e vive il momento più duro dal dopoguerra.